Terra Arte 2011 - Convegno, Luca Pugliese
Terra Arte 2010 - Petra Magoni, sound
Terra Arte 2007 - Antonia Finamore, responsabile gastronomia
Terra Arte 2012 - Fluido Ligneo Ethnic Orchestra
Terra Arte 2008 - Scorcio
InstantMuseum Mefite - Foto 15
Terra Arte 2011 - Riccardo Dalisi, Monsterino
InstantMuseum Mefite - Frigento 3
Terra Arte 2008 - Fluido Ligneo in concerto
Terra Arte 2012 - Convegno, Felice De Rienzo
Terra Arte 2008 - Lino Cannavacciuolo in concerto
Terra Arte 2002 - Scultura di Gerardo Di Fiore


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IX edizione (8 agosto 2009)

Castagni e querce secolari proiettano robuste ombre sul manto erboso; disposti su file parallele, come pilastri del firmamento, circoscrivono uno spazio longitudinale scandito da tre navate, ritmate dal susseguirsi di campate naturali.

È la location che sabato 8 agosto 2009 ospita la nona edizione di Terra Arte, con special guest musicale Mauro Pagani e un vero e proprio esercito di musicisti.

A tenere a battesimo la manifestazione sono Elmar Zorn (critico d’arte, docente di Progettazione d’Arte all’Università di Eccellenza di Vienna, curatore dell’Accademia delle Arti di Berlino, direttore di uno spazio di Arte contemporanea a Mannheim e curatore libero di grandi progetti e di grandi mostre), Mimmo Grasso (poeta), Umberto Panarella (architetto) – tutti e tre fondatori, con Riccardo Dalisi, anche lui presente alla kermesse, del movimento artistico e culturale “Scavare il futuro” – e Luigi Verdi (compositore contemporaneo, musicologo, direttore d’orchestra, autore di importanti pubblicazioni scientifiche sul rapporto tra musica e arti visive).

Siamo in località Felitto, a Villamaina (Av), nelle immediate adiacenze del luogo che ha già ospitato la quinta e la sesta edizione della rassegna.

Assecondato dal vento, l’odore acre e pungente della sorgente solforosa Mefite, distante qualche centinaia di metri in linea d’aria, impregna l’aria, disseminando per la valle d’Ansanto frammenti di una storia millenaria. È molto strano come in questo posto ci si senta accolti e ospitati, nonostante il bosco sia notoriamente il luogo insidioso per eccellenza. Ritornare al Felitto è un po’ rispondere al richiamo delle origini, riscoprire il legame con la terra in quanto humus, ma è anche un voler recuperare, come già qualche anno addietro, il mito di un’Irpinia “ombelico d’Italia”, noto per la valle d’Ansanto e per la Mefite dalle fonti latine.

Nel lungo percorso che separa la strada maestra dallo slargo del palcoscenico, scultura, pittura (con l’estemporanea della pittrice andalusa Cai Martinez ispirata all’evento), installazioni psichedeliche (Armomia tangibile e Alla ricerca del… di Luca Pugliese) delimitano i confini di uno spazio surreale, evocativo, familiare e nel contempo straniante. In una calda atmosfera soffusa di luci colorate e avvolgenti, arte visiva, suoni naturali, musica strumentale ed elettronica incontrano il bosco, scavando nell’anima del luogo per amplificarne caleidoscopicamente le vibrazioni più intime fino a notte fonda.

Anche quest'anno la grande collettiva a cielo aperto si fregia delle opere di Riccardo Dalisi e di Ciro de falco. Per Pinuccio Sciola si tratta, invece, della prima partecipazione all’evento. Lo scultore sardo che ha scoperto le proprietà acustiche della materia litica giunge in Irpinia con il suo prezioso carico di “pietre sonore”. Opere note in tutto il mondo, le pietre sonore sono gli strumenti musicali di una penetrante performance, nella quale il cantico millenario delle pietre, suonate dal maestro Elio Martusciello e dal tecnico del suono Marcellino Garau, incontrano il Cosmo sonoro di Luca Pugliese, stagliato tra i rami frondosi dei castagni che delimitano le sculture.

Suoni di pietra e suoni di legno fanno dunque da colonna sonora all’evento. La kermesse si apre con le vibrazioni dei Fluido Ligneo, in una formazione completamente acustica allestita per il tour estivo e con l’anteprima di alcuni brani dell’album Andante… Dopo il suggestivo intermezzo dei suoni litici di Sciola, è poi la volta del grande Mauro Pagani.

Fondatore della Pfm, strumentista d’eccezione, arrangiatore, produttore, compositore, cantautore e, da ultimo, anche narratore, Mauro Pagani, anche grazie alle sue numerose collaborazioni e in primis a quella, durata quattordici anni, con Fabrizio De Andrè, condensa nella sua storia artistica e personale alcune delle pagine più pregevoli della nostra storia musicale, dagli anni Settanta a oggi.

Al termine del virtuosistico concerto, una lunga immersione nelle viscere del bosco con tanta musica fino all’alba. Ospiti dell’ultima parte della serata la cantautrice Fabiana Galasso, il tamburellista e percussionista Pasquale Soldovieri e l’artista multimediale Luigi Pagliarini affiancato dal sound designer Andrea Gabriele.



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